Viola Lilith Russi
Misure Celesti
2010

WALTEL FABBRI GALLERIA 9 COLONE.RESTO DEL CARLINO-BOLOGNA 2007

*MisureCelesti*
I pianeti sono in movimento, e se riflettono la nostra vita interiore, se ci sono davvero dei pianeti in noi, dei pianeti interiori, allora questi sono in movimento, un movimento ritmico. Di fronte a una scelta fra gli dèi, sceglili tutti.
Thomas Moore, Pianeti Interiori Immaginando che lo spirito di ciascun artista si unisca ad un corpo celeste, quello a lui più affine…e che ogni installazione possa render numinoso l’influsso di quel pianeta, ecco uno dei possibili cieli di giugno, nei pressi di un lago, riflettente e propagante l’energia di 12 autori, artefici dell’irripetibile universo di MISURECELESTI*
Nello spirito il rito, nel rito il tempo che scorre torna e trasforma. La ciclicità è la grande signora che ha da sempre permesso agli esseri umani di collocarsi nel tempo e nello spazio dando loro uno scopo, un senso, un luogo in cui essere. Ciò che torna rassicura, orienta, fa meno paura e aiuta a sentirsi parte di un tutto, accorciando le distanze dall’inconoscibile. Misuriamo i cieli per sentirli più vicini, per assorbirne il mistero, perché una porzione di stelle di buio e di infinito si muove in noi facendoci orbitare inconsapevoli gli uni attorno agli altri. Figli e figlie di un cosmo che pare infinito ci accostiamo a quell’assoluto per similitudine, perché le sue curve ci appartengono. Gravitiamo nello spazio in interazione o collisione con centinaia di traiettorie, senza ascoltare i bagliori cromatici sonori tattili e odorosi che ciascuno si porta dentro, e che timidamente si illuminano a seconda dell’emozione intercettata, del corpo captato. Nel buio di una chiesa ecco allora 12 punti di luce, 12 racconti, 12 misurazioni di uno spazio-tempo sentito, ascoltato, percepito, con delicata e siderale intimità. Un cielo di simboli, linguaggi visivi e sonori che si immergono nei cicli del tempo, avvicinando la volta celeste al richiamo rispettoso di firmamenti interiori. Si mettono in viaggio gli uni con gli altri, restituendoci il girotondo fluorescente di un’unica, fluida sostanza interattiva, di cui ci si scopre sottili soglie pulsanti. Il magico insegnamento di una totalità pluriforme, in liquido e metamorfico movimento.

Nascita e morte in cui la prima ha luogo grazie alla seconda in uno sviluppo ininterrotto, come dimostrato da Dimensioni celesti, la scultura di Helène Foata. Rappresentante la massa stellare e il suo collasso, essa si addentra nei vortici nell’astrofisica. Cosa accade quando muoiono le stelle? Al momento della loro massima compressione la loro struttura crolla, andando in alcuni casi a formare quelli che vengono chiamati buchi neri, in cui le dimensioni spaziotemporali a noi conosciute sembrano assorbite in voragini invisibili, ma ipotizzabili grazie al magnetico risucchio di materia e luce circostanti. Ciò a suggerire che alla scomparsa di un’entità esistente, i frammenti di cui ha vissuto, orfani all’improvviso dell’unità in cui prima erano accasati, seminano energia, cambiano dimensione, intraprendendo un viaggio in altri spazi e in altri tempi, con chissà quali compagni di avventura…